Berberè nuovo 3 spicchi Castel Maggiore Bologna Chef Aloe Bros

Posted by on 26 Settembre 2017

      Bio Matteo  Aloe:  31  anni,  chef. Laureato  in  Economia  e  Marketing con  una  tesi  sul  “  Restaurant  marketing”,  è  cresciuto  con    una  forte  passione  per  la cucina, che si è trasformata in lavoro prima con alcune esperienze in diversi ristoranti a Bologna e Milano, fra cui il Joia di Pietro Leemann,  e

 

 

 

Bio

Matteo  Aloe:  31  anni,  chef.

Laureato  in  Economia  e  Marketing con  una  tesi  sul  “  Restaurant  marketing”,  è  cresciuto  con    una  forte  passione  per  la cucina, che si è trasformata in lavoro prima con alcune esperienze in diversi ristoranti a Bologna e Milano, fra cui il Joia di Pietro Leemann,  e poi dando vita,  insieme  al  fratello  Salvatore,  al  primo  locale  del  progetto  Berberè:  Berberè  light  pizza  &  food,  avviato  nel  2010  a  Castel  Maggiore  (Bologna).  La  grande passione per i processi di panificazione e lievitazione, il lavoro intrapreso poi insieme ad Alce Nero, l’azienda leader del biologico in Italia, per perfezionare la produzione delle farine giuste per ottenere una pizza eccezionale, gli hanno permesso di approfondire lo studio sugli impasti dal punto di vista fisico, chimico,
nutrizionale senza mai dimenticare la sperimentazione della farcitura. Grazie alla ricerca meticolosa e alla creatività nella preparazione della pizza, Matteo Aloe ha saputo conquistare il favore del pubblico e della critica, ottenendo con il progetto Berberè numerosi riconoscimenti e diventando in pochi anni uno dei giovani protagonisti della ristorazione bolognese. Ha partecipato ad importanti eventi gastronomici come
Identità golose, Witaly, Chef al Massimo, Festambiente, Salone del Gusto, Golosaria
e molti altri.  Nel 2014 Aloe ha avuto la possibilità di accrescere le sue conoscenze tecniche grazie all’esperienza maturata come stagista al Noma dello chef Renè Redzepi
, proclamato miglior ristorante del mondo in quell’anno. Il desiderio di Matteo è portare a tavola ingredienti di altissima qualità, elaborati da (giovani) colleghi artigiani, e accessibili ai più: una nuova cultura gastronomica fondata su stagionalità, popolarità e artigianalità.
Salvatore Aloe: 37 anni, imprenditore. Dopo la laurea in Economia Politica conseguita nel 2003 all’Università di Bologna, si sposta a Milano per lavorare nel ruolo di
Development manager per una fra le prime realtà in Italia a investire nella formula del factory outlet. Nel 2007 è Responsabile retail in una grande società  cooperativa  attiva  negli  ambiti  del real estate e del project financing,  che  gli  ha  permesso  di  sviluppare  capacità  imprenditoriali  e  manageriali.
Parallelamente  la  passione  per  il  cibo  condivisa  con  il  fratello  Matteo  e  soprattutto  la  voglia  di  intraprendere  una  sfida  ambiziosa,  quella  di  creare  un  format ristorativo rivoluzionario che avesse come punto focale la pizza artigianale e l’idea di convivialità, lo portano a dare vita a Berberè nel 2010. Alla base del progetto
il  biologico  come  scelta  “radicale”,  l’artigianalità  come  filo  conduttore  nel  processo  che  va  dal  campo  alla  tavola,  la  proposta  di  cibi  buoni  e  nutrizionalmente equilibrati, che fanno bene alla salute, il connubio tra accessibilità e cibo vero. Il tutto sotto il segno di un’imprenditorialità consapevole, progettuale, in
grado di mantenere un’azienda sana. Berberè nasce con la mission di ideare e gestire locali che promuovano questo concetto, sostenendo il cambiamento di cultura alimentare e l’aumento di consapevolezza rispetto al cibo che si sta progressivamente diffondendo.

Matteo e Salvatore Aloe sono due fratelli calabresi. Matteo, il più giovane, ha sempre desiderato cucinare, da piccolo il suo passatempo preferito era tra i fornelli o nell’orto e utilizzava la sua paghetta per collezionare le ricette di Gualtiero Marchesi.
Entrambi si trasferiscono a Bologna per studiare Economia, coltivando da studenti la loro passione per il cibo: Matteo inizia a fare esperienza come cuoco in alcuni ristoranti, fra cui il Joia di Pietro Leemann, Salvatore organizza gare di cucina con i suoi amici. Viaggiano molto per tutta Europa, e ovunque visitano locali, mercati, enoteche.
Cominciano a lavorare su un’idea pazza: rivoluzionare il cibo popolare italiano forse più conosciuto nel mondo, sicuramente il più bistrattato. Renderlo un piatto a tutti gli effetti, ma mantenendo la sua anima pop, senza sofisticazioni gourmet.
Nel 2010 aprono la prima pizzeria Berberè a Castel Maggiore, in provincia di Bologna. Matteo ha 24 anni, Salvatore 31. Nel giro di pochi anni la pizza Berberè si fa conoscere in tutta Italia e riceve recensioni entusiaste. Matteo trascorre alcuni mesi nella cucina del Noma di Copenaghen, miglior ristorante del mondo dal 2010 al 2012. I fratelli Aloe intraprendono un “viaggio in Italia” alla ricerca dei cibi più buoni, conoscendo di persona i produttori, sporcandosi i piedi nella terra dei campi. Lavorano insieme ad Alce Nero, l’azienda leader del biologico in Italia, per perfezionare la produzione delle farine giuste per ottenere una pizza eccezionale, studiano gli impasti dal punto di vista fisico, chimico, nutrizionale e sperimentano gli ingredienti di ogni pizza. Coinvolgono ragazzi e ragazze per riscoprire un senso nuovo di artigianalità, per trasmettere loro quello che hanno
imparato, ma soprattutto l’amore che provano per il cibo.
In poco più di 6 anni aprono progressivamente altri quattro punti vendita in Italia,a Bologna, Firenze, Torino e Milano. Alla fine del 2016 inaugurano il primo locale a Londra, Radio Alice, grazie alla collaborazione con Emma King, co-fondatrice di Gail’s artisanal Bakery e oggi partner del nuovo locale.
Non un franchising: la gestione di tutti i locali è diretta, per salvaguardare l’artigianalità del prodotto mantenendo un rapporto diretto con collaboratori e fornitori, nel rispetto del lavoro e della clientela.

La nostra pizza

Farine semintegrali biologiche macinate a pietra di grano, enkir, kamut, segale e mais.
24 ore di fermentazione lenta a temperatura ambiente con pasta madre viva.
Impasto alternativo realizzato con idrolisi degli amidi senza impiego di lievito.
Lavorazione non sottile dell’impasto che permette un pieno sviluppo degli alveoli, per una pasta leggera dentro e croccante fuori.
Farcitura con ingredienti di altissima qualità, biologici e da presidi slow food.
Utilizzo esclusivo di ingredienti stagionali.
Pizza tagliata in 8 fette con il condimento di ogni singola fetta per un perfetto equilibrio tra base e farcitura.
Ampio uso di verdure e presenza costante di scelte vegetariane segnalate in menu.
Berberè ha un obiettivo semplice: servire pizze buonissime in modo gentile in posti bellissimi.
Berberè ha segnato la rivoluzione della pizza in Italia, trasformando un “fast food” di bassa qualità in un piatto delizioso e coniugando l’innovazione e la ricerca con il recupero di antiche tradizioni legate alla panificazione.
La pizza Berberè non rientra in nessuna etichetta: non è romana, non è napoletana, né tanto meno gourmet.
È una pizza artigianale, stagionale, leggera e gustosissima, creativa, onesta.
È una pizza che stimola la condivisione, attraverso l’idea semplice, ma innovativa, della formula degustazione: diverse pizze servite una alla volta da degustare insieme ai commensali, per assaggiare più gusti, assaporarla sempre calda, chiacchierare durante il pasto e accompagnarla con birre artigianali, vini biodinamici e bevande italiane.

Il nostro concept

Location diverse in ogni città, ogni ristorante ha una sua anima legata alla specificità del luogo.
Ristoranti colorati, pop, divertenti, accoglienti, caldi.
Trasparenza del lavoro attraverso forno e cucina a vista.
Allestimenti contemporanei ma senza sofisticazioni.
Wall painting site specific e manifesti artistici alle pareti.
Oggetti di design artigianale.
Flessibilità degli spazi con tavoli di varie forme e modulabili.
Musica selezionata.
Comunicazione in store.

Location: i nostri ristoranti

Siamo seri e rispettosi nel nostro approccio con fornitori, staff e clienti.
Senza prenderci troppo sul serio.
Prima di scegliere i prodotti che utilizziamo, abbiamo conosciuto direttamente coltivatori ed allevatori andando a trovarli nelle loro aziende: abbiamo visto come producono, abbiamo scambiato conoscenze e lavorato insieme per avere il prodotto giusto per le nostre pizze. Dal tipo di farine al pomodoro alla mozzarella biologica.
Con le ragazze e i ragazzi del nostro staff c’è una trasmissione di conoscenze ma soprattutto di passione che rappresenta il cuore dell’artigianalità del nostro progetto.
I nostri clienti li coccoliamo da tutti i punti di vista, perché venire in un locale Berberè non significa solo mangiare una buona pizza, ma vivere un’esperienza che coinvolge tutti i sensi.

Approccio con i produttori, lo staff e i clienti

I locali Berberè sono pieni di oggetti che comunicano, in modo pop, semplice e accattivante, la filosofia del marchio. Una comunicazione cool, contemporanea, fresca e giovane che racconta i concetti chiave che formano l’identità di Berberè in modo accessibile e bello : l’impasto, la pasta madre, l’idrolisi degli amidi, gli ingredienti, le promozioni, il menu condivisione. Gli elementi identificativi del concept vengono declinati attraverso diversi strumenti:

scritte murarie
poster di graphic art
locandine di formati diversi e personalizzati, cartoline multisoggetto con concetti chiave distribuite in tutti i locali
spille sulle divise del personale con immagini chiave

menu

cartoni per il trasporto della pizza
creazione del sito della web radio Pizza or Vinyl

Comunicazione in store

Pizza or Vinyl è la webradio di Berberè creata a dicembre 2016.
Un’accurata selezione musicale che rispecchia, attraverso la musica, lo spirito del marchio Berberè. Il nome stesso è un omaggio alla musica del passato, la pizza e il supporto in vinile vengono infatti da un altro tempo, ma entrambi attualmente godono di una fase di rinascita grazie alla riscoperta di quello che c’è di buono e unico nelle cose semplici.
Dalle origini del rock, del funk e del soul fino alle ultime novità elettroniche più interessanti, un viaggio musicale eterogeneo tutto da ascoltare, con gusto.

Pizza or Vinyl: la web radio di Berberè

Si chiama Radio Alice, in omaggio alla città di Bologna e alla radio simbolo della controcultura anni ’70, il progetto londinese di Berberè.
Il nuovo locale apre i primi di dicembre del 2016 al numero 16 di HoxtonSquare a Londra.
La nuova avventura a Londra nasce dall’incontro con Emma King, un’amica australiana che vive a Londra da diversi anni, co-fondatrice di Gail’s artisanal Bakery e oggi partner del nuovo locale, che ha convinto i fratelli Aloe ad esportare la loro pizza in UK.
Il nuovo locale si trova in un vecchio edificio scolastico a Hoxton Square nel cuore di Shoreditch, uno dei poli più vivaci e dinamici della città grazie alla presenza di artisti e design.
Naming diverso ma stessa qualità. Radio Alice propone un menu con le stesse pizze che hanno decretato il successo di Berberè: lunga lievitazione, ingredienti stagionali, utilizzo di pasta madre viva e di farine semi-integrali.
Per il beverage una selezione dei vini biologici italiani, tra cui il vino da tavola di Libera Terra, mentre fra la selezione delle birre sarà possibile assaporare La Bassa, nata dalla collaborazione esclusiva dei fratelli Aloe con il birrificio artigianale Italiano Brew Fist, oppure anche la pale ale della Kernel Brewery di Londra.

Berberè London Project

Dicono di noi

“Non è napoletana, non è romana, non è gourmet. Lei è pop. Ed esige solo ingredienti d’eccellenza, mentre l’impasto (del peso di 280 grammi) elegge farine semi integrali e bio, frutto dello studio e della ricerca portata avanti con Alce Nero. È aristocratica ma democratica la pizza di Berberè. Risultato? Un prodotto leggero, digeribile, dal cornicione aerato e ben alveolato, soffice (dentro) e croccante (fuori). Gli Aloe bros, Matteo e Salvatore (rispettivamente chef e imprenditore) la pizza la intendono così.”

Dicembre 2016, Grande Cucina.

“La pizza è una cosa seria. Essere artigiani della pizza richiede studio, impegno, conoscenza, passione; bisogna amarla e, proprio come in tutti i rapporti d’amore, non va trascurato alcun dettaglio e non va dato nulla per scontato. Lo sanno bene i fratelli Matteo e Salvatore Aloe”

4 ottobre 2016, Fabiola Quaranta per lucianopignataro.it.

“Pizzaioli milanesi tremate, dalla prossima settimana arriva a Milano Berberè , marchio dedicato alla pizza artigianale, giustamente pluripremiato. La sua pizza non ha nulla a che vedere con la pizza gourmet, ma è tra le migliori mai assaggiate. Non gourmet, non napoletana: è “la terza via della pizza”. Prezzi più che onesti. Sopra una base leggerissima, tre al massimo quattro ingredienti selezionati da Alce Nero.
Assaggiata a Torino è incredibile, ma mi dicono che la sfida è prepararla esattamente uguale nelle altre città. “ 28 ottobre 2016 Roberta Schira, critica gastronomica
Corriere di Milano.
“Fra i cinque locali milanesi imperdibili c’è Berberè, perché la pizza è buonissima!” 23 ottobre 2016 Valerio Massimo Visintin, critico gastronomico, intervistato per il gamberorosso.it.
“Berberè è un format di pizzeria che ha rivoluzionato questo settore, semplicemente ritornando alla tradizione.” 5 agosto 2016 Enzo Radunanza direttore de lagazzettadelgusto.it
“La cosiddetta “pizza gourmet” in una delle sue migliori interpretazioni. La marcia in più di Berberè sta nell’impasto (di farine semintegrali biologiche): croccante, ruvido, perfettamente cotto nel forno elettrico.”

25 ottobre 2016 VivimIlano Corriere della Sera

“This pizza alone was worth the entire visit to expo”

10 agosto 2015 The New York Times

berbere.it
Castel Maggiore (Bo) – Bologna – Firenze – Torino – Milano – Londra

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